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Prosit acquista il 100% di Caldirola
Nuova acquisizione per Prosit che, questa volta, mette piede in Lombardia. Il gruppo vitivinicolo guidato da Sergio Dagnino e partecipato dal fondo Made in Italy Fund di Quadrivio&Pambianco ha infatti acquisito il 100% di Casa Vinicola Caldirola e del suo marchio La Cacciatora. La cantina, fondata nel 1897 in provincia di Lecco, ha archiviato il 2021 con un fatturato di 40,3 milioni di euro, di cui il 40% generato da 60 Paesi esteri, e un ebitda di circa 2,2 milioni di euro.
L’acquisizione, come anticipato, aggiunge una realtà con base in Lombardia per Prosit che già annovera la toscana Cantina di Montalcino, la pugliese Torrevento, l’abruzzese Nestore Bosco, la veneta Collalbrigo a cui si aggiunge l’entrata nel capitale di Votto Vines, realtà americana che importa, commercializza e distribuisce diverse tipologie di vino provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Italia. L’obiettivo di creare un polo di vini premium e super premium da oltre 100 milioni di ricavi si avvicina così ulteriormente per il gruppo, che ha archiviato il 2021 a quota 36 milioni di euro di fatturato, con una quota export all’85% e un ebitda a 4,3 milioni.
Con questa operazione, “desideriamo valorizzare ‘La Cacciatora’, marchio storico italiano, probabilmente il primo marchio a contraddistinguere una gamma di vini regionali in gdo”, spiega Sergio Dagnino, CEO del gruppo. “Intendiamo inoltre dotarci di un sito produttivo e logistico dedicato a private label e specifici progetti che vadano incontro alle diverse esigenze provenienti dal mercato internazionale”. Inoltre, “consentiremo alle cantine del gruppo di fascia premium e super premium una migliore focalizzazione sulla produzione dei propri marchi di eccellenza e quindi, ottimizzando anche le sinergie logistiche, una ulteriore diffusione, riconoscibilità e valorizzazione dei nostri brand”.
“La nuova acquisizione, che segue la più recente di Montalcino, consente al gruppo di fare un notevole salto dimensionale e di posizionarsi nel mercato italiano del premium come uno dei player di rilievo”, afferma David Pambianco, managing partner di Made in Italy Fund. “Il fondo continua a monitorare con attenzione il mercato, con particolare attenzione a Sicilia e Piemonte, alla ricerca di ulteriori acquisizioni che vadano a completare il portafoglio del gruppo, oggi costituito da vini provenienti da Puglia, Toscana, Abruzzo e Veneto”.
Il 2022 registra quindi già due acquisizioni per il gruppo che per l’anno in corso preventivava di effettuare investimenti per 25 milioni di euro destinati appunto ad m&a e investimenti tecnologici per rafforzare la capacità produttiva di alcune cantine.