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Quadrivio Group
15.09.2022

Più capitale per le pmi italiane

MilanoParigiCapitali 2022/ È la necessità segnalata dagli esperti del settore al summit

Vanno internazionalizzate con maggiori finanziamenti

“Si va sempre più verso un bipolarismo Asia-Stati Uniti. Per far resistere le nostre aziende dobbiamo creare dei campioni europei che facciano da alfieri nel mondo”. Lo ha sottolineato Flavio Valeri, presidente di Lazard Italia, intervenuto ieri al secondo giorno di MilanoParigiCapitali 2022, l’iniziativa organizzata da Class Editori. Tema del panel: le imprese e il ruolo che finanza e banche possono ricoprire nel sostenere l’economia reale di Italia e Francia. “Degli esempi di campioni già esistono. Per l’Italia basta pensare a Enel nel settore dell'elettricità e a Leonardo in quello della difesa”, ha aggiunto Valeri. Ma come fare a crearne altri? Un ruolo rilevante in tal senso lo avranno i capitali italiani e stranieri, che possono consentire alle imprese di crescere.

“Ben vengano capitali esteri perchè non tolgono nulla alle nostre aziende, anzi le aiutano”, ha sottolineato Federico Ghizzoni, presidente Rothschild Italia, che sui grandi campioni ha un suo punto di vista: “Non è un male non averne. L’Italia è un grande Paese manifatturiero: l’importante è che le nostre piccole e medie imprese siano sane e crescano”.

“Con i francesi c’è un rapporto dialettico forte”, ha spiegato Giovanni Tamburini, founder e ceo di Tip, che poi si è lanciato in una previsione: “È un momento difficile ma un’eventuale recessione sarà breve, visto che la domanda rimane forte”.

“Un rallentamento dell’economia potrebbe creare occasioni di investimento molto importanti per chi avrà il capitale necessario”, ha precisato invece Luigi De Vecchi, presidente Continental Europe for corporate and investment banking di Citi. “Problemi seri si creeranno solo se l’Ue tornerà a essere divisa. Le singole nazioni da sole non possono farcela. Ecco perché c’è bisogno che Italia e Francia stiano insieme”.

“Siamo qui da 50 anni, quindi ci sentiamo profondamente italiani”, ha commentato Ariberto Fassati, presidente di Crédit Agricole Italia, banca che rappresenta un esempio ben riuscito di integrazione all'estero. “Per noi l’Italia è un partner indissolubile. Ma i rapporti tra i due Paesi sono solidi anche in altri settori, come moda e agroalimentare”. “La cooperazione è a prova di proiettile”, ha aggiunto Andrea Munari, presidente di Bnl-Bnp Paribas, l’altra grande banca francese presente in Italia. “Lo ha spiegato bene il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: alla base del Trattato del Quirinale c’è un rapporto indissolubile”. “Le pmi italiane sono invidiate in tutta la Francia”, ha puntualizzato Yann Chareton, managing director di Ardian Italy. “Noi cerchiamo di essere un punto di riferimento per le imprese locali. Quando private equity e aziende lavorano bene insieme si può creare molto valore”.

“Dobbiamo convincere sempre più investitori a indirizzare fondi in Italia; non è possibile che società come Tesla capitalizzino più dell’intera borsa italiana”, ha notato Roberto Magnifico, partner e board member di LVenture Group, che ha avanzato una proposta: “Dovremmo fare più pressioni sul Fondo Europeo d'Investimento”. I finanziamenti dei fondi però da soli non bastano. “Dobbiamo anche convincere gli imprenditori ad aprirsi al capitale esterno senza fare calcoli squisitamente finanziari”, ha suggerito Nicola Occhinegro, ceo e founder di Finanza.tech. “Solo così potranno crescere dal punto di vista organizzativo e dopo cogliere le occasioni di business, che altrimenti non si concretizzerebbero”.

“Il problema delle aziende italiane non è sul prodotto, ma sulla governance”, ha spiegato Alessandro Binello, ceo di Quadrivio Group. “Bisogna creare squadre di grande livello per internazionalizzare le imprese importando anche manager dall’estero. Su questo punto un asse con la Francia sarebbe importante perché ci aiuta a rafforzarci”.