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Made in Italy Fund II
27.05.2025

Made in Italy, dai fondi un sostegno da 25 miliardi

Ventiquattro anni di crescita, gli ulti­mi cinque dei quali di autentica acce­lerazione: parliamo degli investi­menti fatti dai fondi di private equity in quattro dei settori tipicamente as­sociati alle eccellenze made in Italy, ovvero moda, arredo-design, ali­mentare e cosmetica. Da uno studio presentato ieri al ministero delle Im­prese e del made in Italy (Mimit) emerge un quadro positivo, che avvi­cina l'Italia ad altri Paesi nei quali i fondi hanno avuto uno sviluppo più rapido. I dati raccolti dall'Associazio­ne italiana del private equity, venture capital e private debt (Aifi) sono chia­ri: nel periodo 2000-2024 nel merca­to italiano del private equity sono stati investiti 24,8 miliardi in imprese operanti nei quatrro settori moda, arredo-design, food e cosmetica, una cifra che corrisponde al 23% del valo­re complessivo. L'ammontare medio annuo nell'intero periodo è di poco inferiore al miliardo, ma nel solo pe­riodo 2020-2024, sono stati destinati 8,8 miliardi alle imprese dei quattro settori esaminati, con un picco nel 2022 (2,6 miliardi), anno record per tutto il private equity italiano.

«Si potrebbe fare molto di più se ci fosse una maggiore azione condi­visa tra operatori, istituzioni e Go­verno per moltiplicare le iniziative sul tessuto imprenditoriale - ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi -. I dati dimostra­no con chiarezza come il contributo del private capital vada ben oltre l'apporto finanziario. Le aziende supportate crescono in modo significativo: tra il 2020 e il 2024 i valori mediani mostrano un aumento del fatturato del 34%, mentre l'occupa­zione cresce del 40 per cento». Anna Gervasoni, direttore generale del­l'associazione, ha precisato alcuni dei dati più recenti: «Negli ultimi cinque anni sono stati immessi circa 9 miliardi da parte del private equity nelle imprese dei settori analizzati e il 2024, con 2,3 miliardi investiti, è stato il secondo anno migliore di sempre, a conferma della solidità e dell'attrattività delle nostre eccellen­ze, che continuano a distinguersi an­che a livello internazionale». Primo dei quattro comparti per ammontare investito è la moda (10,7 miliardi tra il 2000 e il 2024), seguito da alimentare (8,6 miliardi), arredo ­design (3,7 miliardi) e cosmetica (1,8 miliardi), che risulta invece primo per effetto positivo sul fatturato delle aziende coinvolte, con un aumento mediano del 97 percento. Per crescita dei dipendenti è di nuovo primo il settore moda (+44%), dove si conta­no, sempre tra il 2000 e il 2024, 351 investimenti distribuiti su 214 opera­zioni; solo l'alimentare supera la mo­da per numero di investimenti (366 con 236 operazioni).

«Il fatto che negli ultimi 25 anni il private equity abbia investito 25 mi­liardi in aziende dei settori di riferi­mento del made in Italy è il segno del grande interesse nutrito dagli opera­tori per comparti simbolo del Paese - ha aggiunto Walter Riccciotti, ceo e co-fondatore di Quadrivio Group -. Come operatori, abbiamo sempre creduto nell'importanza di valoriz­zare le imprese e le eccellenze italia­ne, tanto da lanciare, in partnership con Pambianco, due veicoli specia­lizzati, che abbiamo chiamato Made in Italy Fund e Made in Italy Fund Il. Un'intuizione vincente, come con­fermano i risultati emersi dallo stu­dio realizzato in collaborazione con Aifi e le evidenze emerse dei casi che il libro raccoglie. Alcune delle azien­de oggetto di approfondimento sono società in cui come Quadrivio Group abbiamo investito in passato o che sono tuttora in portafoglio».

Il quadro generale positivo e l'at­trattività del settore moda per il pri­vate equity - pur nell'attuale scena­rio di incertezza globale e di rallenta­mento del comparto, in Italia e nel mondo, è stato confermato proprio ieri dall'annuncio dell'enne­sima operazione. Giuseppe Colom­bo, ad e presidente di Gallo, ha an­nunciato di aver sottoscritto un ac­cordo con Alto Partners, gestore in­dipendenre di fondi di private equity. L'azienda, che al core business delle calze, sotto la guida di Colombo, ha aggiunto accessori e abbigliamento, ha chiuso il 2024 con 30 milioni di ri­cavi e «una marginalità di assoluto interesse», si legge nel comunicato ufficiale. Colombo manterrà il 30% della società e i ruoli di presidente e direttore creativo.