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Made in Italy Fund II
28.05.2025

L'impatto del private equity sul Made in Italy vale 25 miliardi di euro

Cipolletta (AIFI): le aziende supportate crescono in modo significativo, infatti, tra il 2020 e il 2024 i valori mediani mostrano un aumento del fatturato del 34% mentre l'occupazione cresce del 40%

Gli investimenti di private equity nel settore del Made in Italy hanno raggiunto cifre notevoli negli ultimi 25 anni. Un recente rapporto di AIFI, l'associazione italiana del settore, realizzato con Quadrivio & Pambianco, mette in luce il volume e l'impatto di questi flussi finanziari sulle imprese che rappresentano l'eccellenza produttiva italiana, presentato anche al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Non si tratta solo di capitale; queste operazioni portano competenze e stimolano la crescita. Le imprese del Made in Italy, oltre ad essere una parte fondamentale del tessuto industriale del nostro Paese, rappresentano anche uno dei target preferiti dagli operatori di private equity. Da sempre, sia i fondi italiani che quelli internazionali guardano con grande interesse questi settori tradizionali della nostra economia. Qui operano aziende eccellenti, conosciute in tutto il mondo per la qualità dei propri prodotti e la grande apertura internazionale. Il volume pubblicato punta a far comprendere la dimensione di questo fenomeno, analizzando i trend e le caratteristiche degli investimenti di private equity realizzati dal 2000 a oggi. Descrive le peculiarità delle aziende acquisite e il loro andamento negli anni successivi all'ingresso degli investitori. L'analisi ha considerato quattro comparti principali: Alimentare, Moda, Arredamento & Design e Cosmetica, suddividendo poi le imprese in sottosettori in base all'attività svolta.

Dal 2000 al 2024, il mercato italiano ha visto affluire circa 24,8 miliardi di euro di private equity nelle aziende dei settori chiave del Made in Italy. Questa somma rappresenta quasi un quarto del valore totale degli investimenti nel private equity in Italia nello stesso periodo. Non parliamo di pochi affari isolati. Sono state contabilizzate 964 operazioni di investimento, relative a 485 diverse società. Questo trend ha mostrato una chiara accelerazione negli anni più recenti. Solo tra il 2020 e il 2024, infatti, ben 8,8 miliardi di euro sono stati indirizzati verso queste imprese. Il 2022 spicca come anno record, con 2,6 miliardi investiti. Il 2024 ha confermato questa vitalità, chiudendosi come il secondo miglior anno di sempre per ammontare con 2,3 miliardi di euro. Questi numeri dimostrano quanto il Made in Italy sia un obiettivo privilegiato per gli investitori, sia italiani che esteri. Le aziende che operano in questi comparti tradizionali, riconosciute globalmente per la loro qualità e vocazione all'export, attraggono forte interesse.

L'arrivo del private capital non è meramente finanziario. Porta con sé un profondo impatto sulle performance aziendali. Le società che hanno ricevuto supporto hanno visto crescere il loro fatturato mediano del 34% tra il 2020 e il 2024. L'occupazione ha registrato un balzo ancora più significativo, con un aumento mediano dei dipendenti pari al 40% nello stesso arco temporale. Ma i benefici vanno oltre i numeri. L'ingresso di investitori professionali fornisce alle imprese accesso a nuove competenze manageriali, stimola l'innovazione di processi e prodotti, facilita l'espansione sui mercati internazionali e aiuta ad affrontare il delicato passaggio generazionale, aspetti cruciali per rafforzare la competitività delle nostre PMI eccellenti. Come sottolinea Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI: In questi 25 anni, il private equity ha investito 25 miliardi di euro nelle aziende del Made in Italy. Si potrebbe fare molto di più se ci fosse una maggiore azione condivisa tra operatori, istituzioni e governo per spingere l'attività così da moltiplicare le iniziative sul tessuto imprenditoriale. I dati dimostrano con chiarezza come il contributo del private capital vada ben oltre l'apporto finanziario. La solidità e l'attrattività delle eccellenze italiane sono costantemente riconosciute a livello globale, un fatto confermato dai flussi finanziari. Anna Gervasoni, Direttore Generale di AIFI, evidenzia: Negli ultimi cinque anni sono stati immessi circa 9 miliardi da parte del private equity nelle imprese del Made in Italy; il 2024, con 2,3 miliardi investiti, è stato il secondo anno migliore di sempre, a conferma della solidità e dell'attrattività delle nostre eccellenze, che continuano a distinguersi anche a livello internazionale. 

L'analisi del rapporto si è concentrata su quattro comparti fondamentali per il Made in Italy, suddividendo le imprese in sottosettori specifici. Questi includono l'Alimentare, la Moda, l'Arredamento& Design e la Cosmetica. Ogni settore ha dinamiche e numeri propri, ma tutti dimostrano l'interesse del private equity.

Ecco un dettaglio sui singoli comparti analizzati, con i dati aggregati dal 2000 al 2024:
- Nel settore Alimentare sono stati investiti 8,6 miliardi di euro tra il 2000 e il 2024, pari al 35% delle risorse totali destinate al Made in Italy; - È il primo settore per numero di investimenti, con 366 realizzati nell'arco di 236 operazioni
- Le aziende alimentari supportate mostrano risultati economici robusti, con un aumento mediano del fatturato del 47% e una crescita dell'occupazione pari al 37%
- La Moda si conferma al primo posto per ammontare di capitale ricevuto, con 10,7 miliardi di euro investiti tra il 2000 e il 2024, il 43% del totale nel Made in Italy; Conta 351 investimenti su 214 operazioni, posizionandosi come secondo settore per numero di affari. Le imprese del settore hanno registrato un incremento mediano del fatturato del 64% e un aumento dei dipendenti del 44%
- Il comparto Arredamento & Design ha visto investimenti per 3,7 miliardi di euro nel periodo 2000-2024, il 15% del totale destinato al Made in Italy. Con 159 investimenti distribuiti su 106 operazioni, è il terzo settore per numero di interventi. Le aziende esaminate hanno mostrato una crescita mediana del fatturato del 61% e un aumento dei dipendenti del 32%
- La Cosmetica ha attratto 1,8 miliardi di euro tra il 2000 e il 2024, pari al 7% delle risorse nel Made in Italy: si contano 88 investimenti realizzati tramite 55 operazioni. Le imprese di cosmetica supportate dal private equity hanno evidenziato una crescita mediana del fatturato notevolissima, raggiungendo il 97%, mentre l'occupazione è cresciuta del 24%
I numeri parlano chiaro: il private equity è un motore potente per la crescita e l'innovazione delle eccellenze italiane, fornendo non solo risorse finanziarie ma anche quel know-how strategico essenziale per competere su scala globale e garantire un futuro solido. Questo rapporto fornisce una fotografia dettagliata di come il capitale privato stia contribuendo a plasmare il futuro di settori iconici del nostro Paese.