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Made in Italy Fund II
26.05.2025

L’impatto del private equity sul Made in Italy vale 25 miliardi di euro

AIFI, in collaborazione con Quadrivio & Pambianco, ha presentato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), il libro “L’impatto del private equity sul Made in Italy”. Le imprese del Made in Italy, oltre ad essere una parte fondamentale del tessuto industriale del nostro Paese, rappresentano anche uno dei target preferiti da parte degli operatori di private equity. 

Da sempre, sia i fondi domestici sia quelli internazionali guardano con grande interesse questi settori tradizionali della nostra economia, dove operano aziende eccellenti, conosciute in tutto il mondo per la qualità dei propri prodotti e la grande apertura internazionale. Il volume mira a far comprendere la dimensione di questo fenomeno, analizzando i trend e le caratteristiche degli investimenti di private equity realizzati dal 2000 a oggi, descrivendo le peculiarità delle aziende oggetto di acquisizione e il loro andamento negli anni successivi all’ingresso degli investitori. 

Ai fini dell’analisi, sono stati presi in considerazione quattro comparti: Alimentare, Moda, Arredamento & Design e Cosmetica, suddividendo poi le imprese in sottosettori in base all’attività svolta. Investimenti Nel periodo 2000-2024 nel mercato italiano del private equity sono stati investiti 24,8 miliardi di euro in imprese operanti nei settori del Made in Italy sopra indicati, una cifra considerevole che corrisponde al 23% del valore complessivo. L’ammontare medio annuo nell’intero periodo risulta di poco inferiore al miliardo di euro, ma negli ultimi anni si è osservata una crescita significativa, tanto che nel solo periodo 2020-2024 sono stati destinati 8,8 miliardi di euro a tali imprese, con un picco raggiunto nel 2022 (2,6 miliardi), anno record per il private equity italiano, caratterizzato da numerose operazioni di elevato ammontare, mentre il 2024 si è caratterizzato come secondo miglior anno per ammontare investito, con 2,3 miliardi. A livello di numero, nel periodo 2000-2024 gli investimenti realizzati nel Made in Italy sono stati 964, pari al 22% del totale, distribuiti su 611 operazioni. In media sono stati realizzati ogni anno 39 investimenti e 24 operazioni, anche in questo caso con una crescita nell’ultimo periodo, caratterizzato da una media di oltre 50 investimenti e 33 operazioni nell’arco temporale 2020-2024. Complessivamente le società oggetto di investimento sono state 485. “In questi 25 anni, il private equity ha investito 25 miliardi di euro nelle aziende del Made in Italy. 

Si potrebbe fare molto di più se ci fosse una maggiore azione condivisa tra operatori, istituzioni e governo per spingere l’attività così da moltiplicare le iniziative sul tessuto imprenditoriale. I dati dimostrano con chiarezza come il contributo del private capital vada ben oltre l’apporto finanziario. Le aziende supportate crescono in modo significativo, infatti, tra il 2020 e il 2024 i valori mediani mostrano un aumento del fatturato del 34% mentre l’occupazione cresce del 40%. A questi risultati si aggiungono benefici strutturali, come l’accesso a competenze manageriali, l’innovazione, l’internazionalizzazione e il ricambio generazionale, fondamentali per rafforzare la competitività delle nostre PMI”, dichiara Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI. “Negli ultimi cinque anni sono stati immessi circa 9 miliardi da parte del private equity nelle imprese del Made in Italy; il 2024, con 2,3 miliardi investiti, è stato il secondo anno migliore di sempre, a conferma della solidità e dell’attrattività delle nostre eccellenze, che continuano a distinguersi anche a livello internazionale”, dichiara Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI. 

Alimentare Nel periodo 2000-2024, nel comparto alimentare sono stati investiti 8,6 miliardi di euro, pari al 35% delle risorse allocate nel Made in Italy. Il settore si posiziona al primo posto per numero con 366 investimenti realizzati su 236 operazioni. Le aziende analizzate mostrano un impatto economico positivo, con una crescita mediana del fatturato del 47% e un incremento del numero di dipendenti pari al 37%. 

Moda Nel settore della moda, tra il 2000 e il 2024, sono stati investiti 10,7 miliardi di euro, posizionandolo al primo posto tra i settori per ammontare investito (43% del totale investito nel Made in Italy). Si contano 351 investimenti distribuiti su 214 operazioni, che ne fanno il secondo comparto per numero di investimenti. Le aziende del settore hanno registrato un aumento mediano del fatturato del 64% e una crescita dei dipendenti pari al 44%. 

Arredamento & Design Nel comparto dell’arredamento nel periodo 2000-2024, sono stati investiti 3,7 miliardi di euro di investimenti, pari al 15% del totale investito nel Made in Italy. Con 159 investimenti realizzati su 106 operazioni, il settore si colloca al terzo posto per numero di investimenti. Le aziende analizzate hanno evidenziato una crescita mediana del fatturato del 61% e un incremento del numero di dipendenti del 32%. 

Cosmetica Nel comparto della cosmetica, dal 2000 al 2024, sono stati investiti 1,8 miliardi di euro, rappresentanti il 7% delle risorse investite nel Made in Italy. Complessivamente sono stati realizzati 88 investimenti distribuiti su 55 operazioni. Le imprese hanno mostrato un impatto economico positivo, con un aumento mediano del fatturato del 97% e una crescita dei dipendenti pari al 24%. 

“Negli ultimi 25 anni il Private Equity ha investito oltre 25 miliardi di euro in aziende operanti nei settori di riferimento del Made in Italy. Un valore importante, segno del grande interesse nutrito dagli operatori per un comparto simbolo del Paese. Come operatori, abbiamo sempre creduto nell’importanza di valorizzare le imprese e le eccellenze italiane, tanto da lanciare – in partnership con Pambianco – due veicoli specializzati: Made in Italy Fund e Made in Italy Fund II. Un’intuizione vincente, come confermano anche i risultati emersi da questa pubblicazione - realizzata in collaborazione con AIFI - e le evidenze emerse delle case studies in essa riportate.