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Quadrivio Group
31.12.2022

I 10 temi del private equity

Al contrario di quanto accaduto negli ultimi dodici mesi il 2023 potrebbe riservare molte sorprese positive. Aumenta il divario di qualità ed efficienza tra le aziende

Il 2022, che volge al termine, è stato sin da subito caratterizzato da un grande entusiasmo, ma lo scenario è rapidamente mutato: dalla guerra in Ucraina all’aumento dei costi di produzione e logistici, da un’inflazione che non si vedeva da decenni al rapido aumento dei tassi di interesse a livello globale che hanno portato alla conseguente caduta sia dei mercati azionari che obbligazionari. Il 2023 parte invece con aspettative più incerte, legate al perdurare degli aspetti che hanno caratterizzato l’economia negli ultimi mesi e all’impatto che questi potranno avere su consumi e investimenti. Ma vi sono vari elementi che potrebbero, contrariamente a quanto avvenuto l’anno passato, rivelarsi sorprese positive. Questi i 10 principali temi che, come operatore di Private Equity, Quadrivio Group ritiene siano da monitorare a valutare con attenzione nel corso dell’anno.

Costi di produzione e prezzi al consumo

“L’anno che volge al termine è stato caratterizzato da una vera e propria esplosione dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei costi di produzione, situazione aggravatasi con lo scoppio della guerra in Ucraina”, commenta Walter Ricciotti, Ceo di Quadrivio Group. “Le imprese, pochissime escluse, si sono trovate nella condizione di dovere inevitabilmente ribaltare a valle tali aumenti, così che l’inflazione è cresciuta rapidamente, raggiungendo livelli che non vedevamo da varie decadi. Ben diverse invece le cause dell’inflazione in Nord America, legate principalmente alla domanda”. Negli ultimi mesi del 2022 vi sono stati però vari segnali di un raffreddamento di alcuni costi, energia inclusa, che potrebbero portare a tassi di inflazione nel corso del 2023 inferiori a quelli che il consensus attuale prevede.

Evoluzione della logistica e reshoring

Il sistema della logistica nel 2022 ha continuato a essere condizionato, con ritmo crescente, da frequenti interruzioni delle supply chain internazionali, oltre a registrare aumenti record dei costi dei trasporti: fino a 10 volte di più per container dall’Europa agli Stati Uniti. Anche su questo tema vi sono i primi segnali di un miglioramento e di un progressivo ritorno verso la normalità.
Nel frattempo, si è assistito all’intensificarsi del fenomeno del reshoring con moltissime aziende che hanno modificato le loro catene di approvvigionamento per rifornirsi da Paesi più vicini, talvolta anche direttamente dal proprio Stato di appartenenza. Questo perchè molte produzioni in Paesi lontani sono ora meno convenienti, anche a causa del rafforzamento del dollaro statunitense, valuta in cui viene acquistata la maggior parte dei beni provenienti dall’est asiatico. “È prevedibile che il reshoring continui anche nei prossimi anni”, riflette Riccotti, “contribuendo ulteriormente a un riaggiustamento dei sistemi logistici mondiali, dopo il picco di crisi raggiunto quest’anno”.

Costo del lavoro

Tra tutti i fattori della produzione, nel 2022 l’unica voce rimasta sostanzialmente stabile è quella del costo del lavoro, almeno nella maggior parte dei Paesi europei. Ciò a causa di un mercato del lavoro piuttosto “vischioso”, a tassi di disoccupazione ancora elevati e anche al fatto che molte aziende nei due anni di pandemia avevano ridotto e “variabilizzato” tali costi. “È però lecito attendersi un aumento dei salari, che non possono più continuare a perdere potere di acquisto”, avverte Ricciotti. “ Questo atteso rialzo se da un lato andrà a impattare sui margini delle aziende, dall’altro darà indubbiamente un contributo positivo ai consumi, compensando almeno in parte l’attesa riduzione dovuta all’aumento dei prezzi e al rallentamento economico”.

Polarizzazione dei consumi

Il fenomeno, ormai in corso da molti anni, della polarizzazione dei consumi tra l’alto di gamma e il lusso da un lato e i prodotti a minor costo dall’altro (con l'erosione della “fascia media”), si è ulteriormente accentuato durante il 2022 a causa dell’inflazione. “Riteniamo che nel 2023 continuerà ad allargarsi la forbice dei consumi”, commenta Ricciotti. “A beneficiarne sarà certamente il segmento del lusso, che ha dato prova di grande resilienza già nel 2022 e che, a giudicare dai risultati record di molte aziende, non sembra subire battute di arresto. Gli investitori, sia nei mercati privati che in quelli quotati, non potranno non tenere in considerazione questo fenomeno.”

L’incognita cinese

Un altro fattore che negli ultimi mesi ha avuto un forte impatto sulle vendite di molte aziende è rappresentato dalla politica Zero-Covid attuata dalla Cina. Le conseguenze, seppure non facilmente misurabili, sono state molte importanti sia per le aziende esportatrici che per i mancati introiti generati dai milioni di cinesi che prima della pandemia viaggiavano e spendevano nei Paesi occidentali. Nelle ultime settimane vi sono stati vari segnali dell’inizio di un’inversione di tendenza della politica cinese che, se dovesse riaprire i confini in ingresso e in uscita, porterebbe a un effetto molto positivo per tutte le aziende esposte sui consumatori cinesi, in primis quelle operanti nei settori del lusso e del turismo.

Impatto sostenibilità

Se ormai i temi di sostenibilità sono definitivamente diventati una priorità per la maggior parte delle aziende dei Paesi più evoluti, ancora poco si è analizzato quanto e come ciò impatti sulle scelte di acquisto dei consumatori. “Sicuramente è assodato come le generazioni più giovani siano (molto) più sensibili ai temi di sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale”, fa notare Ricciotti, “ e che sempre più i loro acquisti sono influenzati da come percepiscono le aziende muoversi in tal senso. Ma ancora c’è moltissimo da comprendere su cosa e come comunicare ai propri clienti da parte delle aziende produttrici”. Coloro che meglio sapranno interpretare questa tendenza avranno un forte vantaggio competitivo, anche di fidelizzazione della propria clientela.

Ripartenza del mondo digitale

Dopo un biennio in cui il mondo digitale, a causa delle limitazioni dovute alla pandemia, ha vissuto un vero e proprio boom, nel corso del 2022 c’è stato un (atteso) rallentamento di tale crescita e in alcuni casi anche una riduzione. Ma nel 2023 il mondo digitale riprenderà la sua inarrestabile ascesa, dove peraltro all’aspetto ormai pervasivo di ogni settore legato all’e-commerce, si andranno ad aggiungere altri fenomeni sempre più rilevanti, quali la diffusione della tecnologia blockchain, l’internet of thing e le nuove applicazioni permesse dall’intelligenza artificiale solo per citarne alcuni.

Un mondo con meno leva

Uno degli aspetti più discontinui rispetto agli ultimi anni è quello conseguente al forte rialzo dei tassi di interesse. Dopo un’epoca di tassi minimi se non negativi, lo scenario per i prossimi anni è con grande probabilità quello di un ritorno a ciò che era una normalità fino alla crisi finanziaria mondiale del 2008, ossia un mondo dove il costo del denaro torna a essere non trascurabile nelle decisioni di investimento e di acquisto. Questo per gli investitori in equity è sicuramente una notizia positiva, perché le aziende per crescere avranno ancora più bisogno di capitale, essendo ridotta la propria possibilità e capacità di indebitamento.

Crescente peso della Silver Economy

Nel mondo occidentaler si vive sempre più a lungo e in condizioni di salute decisamente migliori rispetto al passato. Con tutti gli impatti sociali, culturali ed economici che ne derivano, rendendo il segmento della Silver Age uno dei più interessanti e promettenti. Un trend che sta favorendo lo sviluppo di aziende specializzate nella produzione di beni e servizi per la fascia over 50 anni e che rappresenta sempre più anche un importante target di investimento. Megatrend ulteriormente accentuato dalla pandemia, che ha portato da un lato moltissime persone a investire maggiormente in prevenzione, salute e wellness, dall’altro a risparmiare meno, per godersi maggiormente gli ultimi anni/decenni della propria vita (il cosiddetto effetto “yolo”, you only live once, si vive una volta sola).

Divaricazione tra vincenti e perdenti

“Infine riteniamo che, così come avvenuto in tutti i precedenti periodi di rallentamento economico e di incertezza, aumenti il divario tra aziende vincenti e aziende sofferenti”, conclude Ricciotti. “È quando l’incertezza prevale che aumentano le differenze ed emergono le aziende meglio strutturate, sia dal punto di vista finanziario che organizzativo. Queste aziende, più forti, sono in grado di conquistare più facilmente le quote di mercato dalle aziende più deboli, se non anche di acquisirle. Per chi di mestiere investe in aziende, questi momenti storici rappresentano quindi opportunità interessanti di diventare azionisti di società di successo, se si hanno le competenze e l’esperienza per sapere selezionare quelle più organizzate e promettenti.”