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Dondup passa a Made in Italy Fund
Dondup cambia proprietario: come si vociferava nei giorni scorsi, il brand marchigiano – fondato nel 1999 a Fossombrone – passa da L Catterton a Made in Italy Fund, fondo di private equity gestito da Quadrivio e Pambianco.
Specializzato in ready-to-wear uomo e donna e 100% made in Italy, Dondup fonde nel suo stile rimandi alla denim culture e alla couture, da cui riprende una grande attenzione ai dettagli.
Rappresenta il settimo investimento di Made in Italy Fund e il quarto nel settore fashion. Il deal rientra nell’obiettivo di creare un gruppo industriale, che promuova e valorizzi le sinergie tra Dondup e le realtà in portafoglio, in particolare 120% Lino (specializzato in capi in lino e fibre naturali) e Rosantica (borse gioiello e accessori preziosi), condividendo la iniziative di natura produttiva, commerciale e di comunicazione.
La label ha archiviato il 2020 con un fatturato di 52,6 milioni di euro e un ebitda di 14,2 milioni. La quota export è pari al 35% dei ricavi ma è destinata a crescere, con un focus sull’Europa e sugli Stati Uniti, dove 120% Lino e Rosantica sono già presenti in modo strutturato.
Tra le priorità anche il rafforzamento del posizionamento del marchio, attraverso una strategia di comunicazione mirata che ne consolidi l’awareness e la brand identity, e il potenziamento del canale retail, finora presidiato con un solo negozio monomarca in via della Spiga a Milano. Sono previsti ulteriori flagship nelle capitali europee ed extraeuropee, ma non sarà messo in secondo piano l’online.
Focus inoltre sulla sostenibilità. Come preannuncia Francesca Roni, operating partner di Made in Italy Fund, «creeremo un centro dedicato al re-use, re-cycle e re-sale del prodotto jeans, comunicando valori di sostenibilità e onestà e fidelizzando le generazioni più giovani».
A oggi made in Italy Fund ha investito, oltre che in Rosantica e 120% Lino, in Mohd (arredo di design), Prosit (vino), Rougj (beauty) e, non ultima (entrato nel 2019), in Gcds, griffe fondata sei anni fa da Giuliano e Giordano Calza. Il fondo ha ora alzato il target di raccolta da 200 milioni – a oggi già investiti per più del 70% – a 300 milioni.
Dondup era controllato da L Catterton, fondo in capo al gruppo Lvmh, ed era presieduto da Matteo Marzotto, che deteneva una quota di minoranza e che esce dalla fashion house.
«Sono contento che la società sia stata valorizzata, in particolare da un fondo italiano che, a mio parere, fa un ottimo affare – ha commentato Marzotto -. I miei quattro anni e mezzo di presidenza operativa in Dondup sono stati caratterizzati da un turnaround gentile ma molto deciso: alla fine del 2016 l’ebitda era di circa 9 milioni di euro, mentre nel 2019 era di poco meno di 15milioni di euro».
Anche nell’anno della pandemia da Covid-19 «la società ha dimostrato un’eccellente resilienza, confermando la qualità del progetto – ha proseguito l’imprenditore -. In questi miei quattro anni e mezzo alla guida si sono inoltre completati positivamente almeno due passaggi fondamentali in aziende del fashion di questo tipo, che sono il superamento della dimensione gestionale legata ai fondatori nonché, ancora più importante, la successione dell’assetto creativo».
Oggi Dondup, secondo Marzotto, «è un’azienda migliore: più redditizia, meglio organizzata, con un prodotto più contemporaneo e con un ottimo potenziale davanti a sé. Sono anche contento che il nuovo azionista abbia confermato il vertice operativo con il quale, oltre ad averlo selezionato, ho anche proficuamente lavorato in questi anni».