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Made in Italy Fund II
11.09.2024

Alessandro Binello (Quadrivio Group): "Dopo Sessùn abbiamo in programma almeno altre due acquisizioni in Francia"

Il Gruppo Quadrivio ha acquisito il marchio francese di abbigliamento femminile Sessùn attraverso il suo fondo Made in Italy Fund II. Si tratta della prima operazione diretta realizzata nella moda dal gruppo italiano all’estero. Il co-fondatore e CEO della società di investimento, Alessandro Binello, racconta a FashionNetwork i dettagli dell'operazione e le sue ambizioni per il mercato francese, dove si sta preparando ad aprire una filiale.

FashionNetwork.com: Perché investire in Sessùn?

Alessandro Binello: Questo è il nostro primo investimento diretto all’estero nel settore della moda. È la nostra prima operazione di grande dimensione in Francia, che consideriamo un mercato molto importante. È un investimento importante nel lusso accessibile, in linea con la nostra strategia. Sessùn è leader nel suo segmento, con una forte distribuzione sia in Francia sia all'estero. È già presente in molti Paesi europei. Per noi il controllo della distribuzione è molto importante. La situazione dell'azienda è ottimale. È un marchio che ha il potenziale per diventare globale. Deve fare un passo ulteriore in termini di dimensioni e accelerare a livello internazionale. Con la nostra rete possiamo certamente aiutarla a compiere questo passo.

FNW: Qual è la vostra quota di partecipazione? 

AB: La nostra partecipazione è sempre di maggioranza. In Sessùn è di circa il 70%. La fondatrice e creatrice del marchio Emma François-Grasset rimane azionista con una quota del 30%. Inoltre, il loro management è molto solido e abbiamo deciso di tenerlo.

FNW: Qual è l'entità del vostro investimento in Sessùn? 

AB: È un investimento importante per noi, in linea con il valore dell'azienda, il cui EBITDA supera i 10 milioni di euro.

FNW: Perché avete scelto di investire in Francia? 

AB: La Francia è un Paese strategico per noi. Abbiamo inserito nel nostro team da quasi due anni Philippe Franchet, che ha co-fondato tra gli altri L Capital, il braccio finanziario di LVMH e della famiglia Arnault, e a breve apriremo il nostro ufficio di Parigi nel 1° arrondissement, vicino a Place Vendôme. Il nostro obiettivo è quello di investire molto in Francia. Francia e Italia saranno i nostri mercati prioritari. Sono i leader mondiali della moda. Nel lusso accessibile, questi due Paesi detengono le maggiori quote di mercato. Inoltre, non abbiamo molta concorrenza diretta, perché non ci sono molti operatori attivi in questi mercati. Ci sono quindi enormi opportunità.

FNW: Avete in programma altre acquisizioni in Francia? 

AB: Sì, almeno altre due, nei settori della moda e della cosmetica-profumi. 

FNW: Su che tipo di aziende puntate? 

AB: Cerchiamo brand che siano leader di mercato nel loro segmento, con un posizionamento particolare. È il caso di Sessùn, per esempio. Un marchio particolare, con uno stile un po’ etnico, leader nel mercato boho-chic. Siamo interessati a marchi con una rete di distribuzione molto forte e una comunicazione da migliorare. Devono essere label destinate a diventare internazionali, senza barriere di gusto e in grado di rivolgersi a un pubblico più ampio possibile. 

FNW: Che tipo di dimensione aziendale ricercate? 

AB: I marchi ideali per noi sono quelli con un fatturato compreso tra 50 e 100 milioni di euro. Se si tratta di aziende in forte crescita, possiamo scendere fino a 30 milioni di fatturato. Nel caso di Autry, quando l'abbiamo acquistata aveva un fatturato di 7 milioni e due anni dopo di 40 milioni. Ma è un caso abbastanza raro.

FNW: Nel 2018 Quadrivio, insieme a Pambianco, ha lanciato il fondo Made in Italy. A che punto è? 

AB: Il fondo è stato creato per investire principalmente in PMI italiane, delle eccellenze nell’universo lifestyle in settori quali moda, cibo, beauty e design. Abbiamo acquisito una decina di aziende e raccolto 300 milioni di euro in cinque anni. Quest'anno abbiamo iniziato a disinvestire con la vendita dei marchi di sneaker Ghoud e Autry.

FNW: Quali saranno i prossimi marchi che volete cedere? 

AB: Quelli che sicuramente sono pronti per essere venduti sono l'azienda di design Mohd e il marchio di denim di alta gamma Dondup, oltre allo specialista di pantaloni PT Torino, che appartiene allo stesso gruppo. Insieme, Dondup e PT Torino generano un fatturato di 100 milioni di euro e un EBITDA di 25 milioni di euro, una cifra notevole. Gli altri marchi stanno maturando.

FNW: Il fondo comprende anche il marchio di streetwear di lusso GCDS, che sfila a Milano. Come procede? 

AB: Inizialmente era posizionato nella fascia alta del mercato. Il management voleva alzare troppo il livello, ma questo non corrispondeva alla sua identità e non era il posizionamento giusto. L'abbiamo riposizionato in un segmento contemporary. I consumatori cercano questo tipo di brand nuovo e fresco. Siamo molto soddisfatti. GCDS sta andando bene, soprattutto in Cina. Ma non è ancora pronto per essere venduto, quindi dobbiamo lavorarci ancora per un anno o due.

FNW: Sessùn è stata acquisita dal Fondo Made in Italy II, ce ne può parlare? 

AB: Questo nuovo fondo è stato lanciato nel 2023 e punta a raccogliere 500 milioni di euro. Il suo portafoglio comprende Autry, di cui abbiamo mantenuto una piccola quota, Sessùn, e il marchio di maglieria di lusso accessibile Filippo De Laurentis, di cui abbiamo acquisito una quota del 51%. Non è molto conosciuto, ma è destinato a un grande successo. L'idea è di effettuare altre sette acquisizioni nel corso del prossimo anno e mezzo. Siamo sommersi di richieste, perché non ci sono molti investitori. Siamo considerati esperti per quel che riguarda i nuovi marchi in forte crescita. Il nostro team e noi lavoriamo nel mercato della moda da 40 anni e conosciamo tutti i distributori, marchi e maison.

FNW: Chi sono i vostri investitori? 

AB: L'80% dei nostri investitori sono istituzionali, per lo più grandi fondi sovrani, banche, assicurazioni e fondi pensione. Il 70% sono italiani e il 30% stranieri, tra cui parecchi investitori francesi. Abbiamo anche circa il 20% di family office privati, che da qualche anno sono in aumento. I nostri dipendenti sono 60. La sede centrale l'abbiamo in Lussemburgo e i nostri fondi sono lussemburghesi. Abbiamo altri sette uffici nel mondo, tra cui Milano, Londra e Hong Kong, a cui si aggiungerà Parigi. Negli Stati Uniti abbiamo uffici a New York, Miami e Los Angeles. Nel settore della moda, i nostri investimenti hanno generato rendimenti del 20% all'anno e abbiamo investito oltre 300 milioni di euro.

FNW: Come vede il mercato dei beni di lusso? 

AB: In generale, gli investimenti in beni non tangibili, come le case di moda, generano alti rendimenti e buoni margini. Un esempio recente è il marchio di sneaker Autry, che abbiamo acquistato nel 2021 per 60 milioni di euro e venduto quest'anno per oltre 300 milioni di euro. In questo settore c'è quindi la possibilità di fare ottimi affari. 

FNW: Anche in questo momento, in cui il settore del lusso è in fase di rallentamento? 

AB: Le aziende che stiamo acquistando stanno crescendo rapidamente nonostante l'incertezza del mercato. È vero che ci troviamo in un contesto di mercato più complicato, ma è ciclico e non dovrebbe durare più di due anni. È normale che, con l'attuale crisi economica, le persone spendano meno e, di conseguenza, gli acquisti di beni di consumo siano in calo. Tuttavia, i marchi più apprezzati dal pubblico continuano a crescere. Come dimostrano Autry, Prada, che ha registrato un aumento del 17% nella prima metà dell'anno, e Sessùn, in crescita del 15% quest'anno. 

FNW: Non stiamo assistendo a un cambiamento più strutturale nel consumo di beni di lusso? 

AB: Non credo. I desideri delle persone sono sempre gli stessi. Ma hanno meno soldi. In passato, i consumatori si indebitavano di più. Ora la gente preferisce investire in un viaggio piuttosto che in un capo di abbigliamento. Ciò è dovuto anche al forte aumento dei prezzi dei prodotti, la maggior parte dei quali è triplicata. Questo è il problema. Non è colpa del consumatore. Stiamo assistendo a un rallentamento a tutti ilivelli, anche nel lusso estremo. Il lusso accessibile è più colpito. In realtà, dipende da marchio a marchio.