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Made in Italy Fund II
27.05.2025

Al convegno “L’impatto del private equity sul made in Italy” i dati sugli investimenti nei settori chiave

Nel 2024 investiti 2,3 miliardi: secondo miglior anno di sempre, secondo la ricerca AIFI–Quadrivio & Pambianco

Si è tenuto – il 26 maggio, presso il ministero delle Imprese e del made in Italy a Roma – l’evento organizzato da Quadrivio & Pambianco, in collaborazione con AIFI (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt), dal titolo “L’impatto del private equity sul made in Italy”. Nel corso dell’evento è stata presentata la ricerca che definisce e valorizza il contributo che il private equity ha dato al settore del made in Italy negli ultimi 25 anni, individuando i principali settori di riferimento, condividendo dati, case studies e il punto di vista degli imprenditori coinvolti.

Come sottolineato dalla ricerca, le imprese del made in Italy rappresentano oggi una parte fondamentale del tessuto industriale del nostro Paese e sono oggetto di investimento costante da parte di fondi specializzati. Basti pensare che solo tra il 2000 e il 2024, nel mercato italiano del private equity, sono stati investiti ben 24,8 miliardi di euro in imprese operanti nei settori di riferimento: alimentare, moda, arredamento, design e cosmetica. Una cifra considerevole, che corrisponde al 23% del valore complessivo delle risorse allocate dall’intero comparto.

Dallo studio emerge un trend positivo, che avvicina l’Italia ad altri Paesi nei quali i fondi hanno avuto uno sviluppo più rapido e deciso. L’ammontare medio annuo nell’intero periodo è di poco inferiore al miliardo, ma nel solo quinquennio 2020-2024 sono stati destinati 8,8 miliardi alle imprese dei quattro settori esaminati, con un picco nel 2022, che con oltre 2,6 miliardi di euro rappresenta un anno record per tutto il private equity italiano.

Presenti all’iniziativa illustri rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale. Ad aprire i lavori è stato Federico Eichberg, Capo di Gabinetto. A seguire, è intervenuta Anna Gervasoni, direttore AIFI e rettore della LIUC – Università Carlo Cattaneo, che ha così commentato lo studio e i dati raccolti: “Negli ultimi cinque anni – ha detto Gervasoni – sono stati immessi circa 9 miliardi da parte del private equity nelle imprese del Made in Italy; il 2024, con 2,3 miliardi investiti, è stato il secondo anno migliore di sempre, a conferma della solidità e dell’attrattività delle nostre eccellenze, che continuano a distinguersi anche a livello internazionale.” Anche Barbara Cimmino, vicepresidente di Confindustria con delega per l’export e l’attrazione degli investimenti, ha partecipato ai lavori, rafforzando il messaggio relativo all’importanza di promuovere e valorizzare le eccellenze del Paese.

Walter Ricciotti, ceo di Quadrivio Group, che da oltre 25 anni si occupa di private equity, ha così commentato: “Negli ultimi 25 anni il private equity ha investito oltre 25 miliardi di euro in aziende operanti nei settori di riferimento del Made in Italy. Un valore importante, segno del grande interesse nutrito dagli operatori per un comparto simbolo del Paese. Come operatori, abbiamo sempre creduto nell’importanza di valorizzare le imprese e le eccellenze italiane, tanto da lanciare – in partnership con Pambianco – due veicoli specializzati: Made in Italy Fund e Made in Italy Fund II. Un’intuizione vincente, come confermano anche i risultati emersi da questa pubblicazione – realizzata in collaborazione con AIFI – e le evidenze delle case studies in essa riportate. Alcune delle aziende oggetto di approfondimento sono infatti aziende in cui abbiamo investito in passato, o tuttora in portafoglio.”

David Pambianco, managing partner dei fondi Made in Italy Fund e Made in Italy Fund II – promossi e gestiti da Quadrivio & Pambianco – ha approfondito i principali trend di questo mercato e i settori che oggi lo trainano maggiormente, aggiungendo: “Il made in Italy è un brand importante e una leva per il Paese. Il private equity gioca un ruolo fondamentale, intravede il potenziale delle aziende italiane e le supporta nel processo di crescita e internazionalizzazione.”

Il punto di vista imprenditoriale è stato invece oggetto di una tavola rotonda, che ha messo al centro l’esperienza diretta degli imprenditori che hanno vissuto in prima persona cosa significa aprirsi a un fondo di private equity. Nel panel – moderato da Morya Longo, giornalista de Il Sole 24 Ore – sono intervenuti: Matteo Anchisi, ceo Dondup e PT Torino; Renato Ancorotti, Presidente Ancorotti Group; Roberto Imperatrice, ex ceo Rossopomodoro; Gianluca Mollura, ceo Mohd; Mauro Grange, ex ceo Sonus Faber; e Marco Palmieri,ceo Piquadro.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI: “In questi 25 anni, il private equity ha investito 25 miliardi di euro nelle aziende. Si potrebbe fare molto di più se ci fosse una maggiore azione condivisa tra operatori, istituzioni e governo per spingere l’attività e moltiplicare le iniziative sul tessuto imprenditoriale. I dati dimostrano con chiarezza come il contributo del private capital vada ben oltre l’apporto finanziario. Le aziende supportate crescono in modo significativo: infatti, tra il 2020 e il 2024, i valori mediani mostrano un aumento del fatturato del 34%, mentre l’occupazione cresce del 40%. A questi risultati si aggiungono benefici strutturali, come l’accesso a competenze manageriali, l’innovazione, l’internazionalizzazione.”