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L'UNIONE FA LA FORZA... DELL'ASSET SOSTENIBILE
Quadrivio ha siglato una partnership con Cerved Rating Agency e T8P Consulting per rafforzare l’integrazione dei criteri Esg nella strategia di investimento. Ce ne parla l'investor relator Paulina Tengler Galzignato
“PIONIERI? BE’, SICURAMENTE. IN QUADRIVIO GROUP LAVORIAMO SULLA SOSTENIBILITÀ DA ALMENO DIECI ANNI, QUANTO IL TEMA AI PIÙ APPARIVA ANCORA MOLTO ASTRATTO E GLI INVESTITORI INIZIAVANO APPENA, TIMIDAMENTE, A RACCOGLIERE INFORMAZIONI”: Paulina Tengler Galzignato è investor relator di Quadrivio Group, tra i più attivi e prestigiosi operatori italiani (ma dall’Italia sul mondo) nel Private Equity. E Quadrivio ha appena siglato una partnership con Cerved Rating Agency e T8P Consulting totalmente dedicata a rafforzare l’integrazione dei criteri Esg nella strategia e nelle decisioni di investimento, oltre che a promuovere l’adozione sistematica dei criteri ambientali, sociali e di governance all’interno delle società in portafoglio.
Un accordo che culturalmente per voi viene da lontano, quindi?
Senza dubbio. Abbiamo deciso di unire le competenze di più operatori autorevoli, come Cerved e T8P, per poter accompagnare le nostre partecipate in un percorso virtuoso che promuova l’approccio alle tematiche Esg e l’adozione della normativa, con l’idea di sviluppare insieme una metodologia tailor made.
Investitori, dunque, ma anche consulenti?
In sostanza sì: abbiamo accentuato la nostra vocazione consulenziale che ci contraddistingue da sempre, a vantaggio delle società investite. Quando interveniamo in un’azienda lo facciamo sempre a supporto del management, proprio ai fini di valorizzare al massimo l’azienda, la sua gestione, la sua trasparenza. Quindi queste imprese trovano in noi una realtà che le affianca in toto durante tutto il percorso.
Dunque, un rilancio dell’impegno sulla sostenibilità. Tema cruciale, virtuoso, ma talmente complesso da richiedere più consulenza…
Quando abbiamo iniziato a occuparcene, la normativa era scarsa – per non dire assente – e confusa. Col tempo è andata sempre più definendosi, ma senza trovare allineamento nella realtà di cui ci occupiamo, quella delle Pmi, che hanno difficoltà addirittura ad interpretarla prima ancora che ad applicarla. E noi, come intermediari, ci occupiamo di matchare le richieste degli investitori e la gestione degli asset. E ora faremo di più.
In che modo?
Quel che sappiamo fare meglio è capire nel profondo la natura delle Pmi. Il terreno della sostenibilità presenta un aspetto reputazionale per noi fondamentale, sul quale collaboriamo molto con le imprese partecipate. Riserviamo molta attenzione ai temi ambientali e a quelli sociali. Da un lato supportiamo la valutazione analitica che gli investitori chiedono, dall’altro anche la sostanza gestionale qualitativa. Ma naturalmente, la nostra analisi deve essere differenziata e dinamica perché ogni settore e ogni azienda è contraddistinta da dinamiche proprie. Non possiamo usare lo stesso approccio per tutte le società.
Sul mercato c’è chi inizia a parlare di disinganno ecologico: come dire “troppo impegno e pochi risultati”. Che ne pensa?
È un aspetto legato alla formazione e alla sensibilizzazione di ciascuno. La cosa più evidente che abbiamo riscontrato: non tutti hanno la maturità e la sensibilità necessarie per comprendere che alcune proposte di intervento nel segno della sostenibilità oggi onerose pongono la premessa per futuri ritorni finanziari. Alcuni interventi vengono visti non per quell’investimento che sono, ma come una