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Per i fondi e per le banche il 2025 sarà un anno di grande fermento sulle operazioni di M&A
Mentre Quadrivio group investirà mezzo miliardo di euro per consolidare sei società di affordable luxury nel biennio, per Marco Voci di J.P. Morgan Emea la ripresa della Cina sarà centrale per la ripresa dell'alto di gamma. Attesa la crescita di mercati chiave nel Sud-est asiatico, Middle East e Sud America.
La necessità di un ridimensionamento dei prezzi nel settore del lusso a fronte di un suo rallentamento generale, la previsione di crescita nel lungo periodo ma anche iI ruolo determinante della Cina per il rilancio. Sono stati questi in sintesi i punti principali emersi dal panel «Finanza, M&A e valutazioni dei luxury stocks», nell'ambito della prima giornata del Mfgs-Milano fashion global summit 2024, ruotante attorno al tema «The new rules». A dare una prima visione macro sullo scenario è stato Marco Voci, head of luxury and branded lifestyle per J.P. Morgan Emea. «Il 2024 è iniziato positivamente ma l'aspettativa è un anno di crescita limitata. Oggi è iniziata la reporting season del terzo trimestre e ci sono degli elementi che confermano i rallentamenti e la normalizzazione dell'industria. La Cina è il fattore principale, soprattutto perché trainante in passato per la corsa. L'aspettativa è di una generale decelerazione della domanda da parte del consumatore statunitense ed europeo», ha evidenziato. «Per il 2025 c'è incertezza, sicuramente la ripresa della Cina è essenziale per creare un contesto di sviluppo. La ricchezza del cliente di questo territorio è molto legata all'immobiliare e al real estate, che hanno entrambi subito una frenata. Lo scopo è ricreare fiducia nel potere di acquisto che sembra essersi ridotto». Per Voci, la domanda del cliente di lusso potrà arrivare anche da Oriente, come dalla Thailandia oppure dal Messico e dal Brasile. In pole anche il Middle East, mentre I'lndia sarà una scommessa. Quanto alle attività di M&A: «Il 2025 sarà un anno di attività per il segmento, dopo iI fermento negli ultimi 18 mesi. Molti processi potranno riprendere o consolidarsi». ll tempo per la ripresa è un fattore chiave per Roberto Costa, managing director e head of global luxury and fashion investment banking ed Emea consumer and retail Bcma di Citi. «Se parliamo con chi investe, ciò che interessa è la tendenza di lungo periodo, dai 10 ai 20 anni. Se guardiamo a questa data il lusso è un settore che sarà vivo sicuramente, così come i suoi marchi più forti. Entro i tre anni invece, non possiamo aspettarci una ripresa prima del 2026». Dove sarà questa ripresa? «Il Sud-est asiatico sta dimostrando una grande capacità di espansione, a differenza dell'India che non sarà mai fertile per il lusso. In Cina, i mall di questa fascia sono vuoti, ma l'outdoor sta andando bene». Il manager ha poi proseguito: «È chiaro che ci troviamo di fronte a grandi gruppi che non hanno mai dovuto gestire una fase discendente come questa, da qui il sentiment negativo degli imprenditori. Ma l'attuale situazione crea anche degli scenari di acquisto. Credo che i private equity abbiano una capacità di organizzazione che potrebbero portare al loro ingresso in brand per un rilancio su tre o quattro anni, con la conseguente cessione di questi a dei gruppi industriali più grandi. Ci sarà sicuramente attività, spinta dai financial sponsor». Anche per Alessandro Binello, ceo di Quadrivio group, i marchi avranno bisogno sul mercato di alcuni temi di ristrutturazione. «Vogliamo investire mezzo miliardo di euro nei prossimi due anni. Chiunque abbia una buona azienda venga a trovarci. Bisogna comprare i brand nei momenti di difficoltà per rilanciarli». Che caratteristiche deve avere il brand per essere papabile? Binello risponde: «Deve avere un'identità ben precisa, ovvero riconoscibilità, un corretto prezzo, qualità e innovazione e noi in Italia siamo i numeri uno. E poi anche l'organizzazione, che ci manca. Attenzione ai francesi che ci battono. Fino all'internazionalizzazione, dobbiamo acquistare player che possano svilupparsi a livello europeo e estero. Stiamo consolidando sei società per creare un gruppo da oltre un miliardo di euro di fatturato nel settore dell'affordable luxury. Puntiamo a qualcosa che ci rappresenti e ci caratterizzi», ha concluso.